Rigenerazione urbana: normative e finanziamenti europei

A cosa serve conoscere le leggi ed i finanziamenti per la rigenerazione urbana? Sicuramente serve a capire quali opportunità ci sono dal punto di vista immobiliare e quindi investire nel modo giusto.

Un progetto di rigenerazione, se fatto nel modo giusto, può innalzare notevolmente la valutazione di un immobile.

Per affrontare questi due aspetti della rigenerazione urbana ci affideremo al team di urbanisti che ha collaborato con Inpoi nel precedente articolo sulla rigenerazione urbana.

Indice degli argomenti

Rigenerazione urbana e normative in Italia

“Come previsto dall’articolo 117 della costituzione – risponde l’urbanista Guglielmo Ceccarossi

– l’aspetto territoriale e di progettazione ricade nell’ambito regionale.

Per questo motivo ogni ragione ha una sua gestione dell’urbanistica e ciò genera delle significative differenze territoriali. Ad esempio le regioni più all’avanguardia da questo punto di vista sono l’Emilia Romagna e la Lombardia mentre regioni come Campania e Lazio sono rimaste alla legge urbanistica del 1942.

In Italia quindi non c’è nessuna legge urbanistica che norma e definisce la materia a livello nazionale”.

Attualmente (ottobre 2020, n.d.r.) è tuttavia in discussione il DDL “Misure per la rigenerazione urbana”. Nei 20 articoli del DDL ci sarebbe l’istituzione di un fondo di 500 milioni per 20 anni dedicato alla rigenerazione urbana.

Sono previste inoltre delle misure di incentivazione fiscale (come l’esclusione dal pagamento dell’Imu, della Tasi e della Tari, la riduzione per i Comuni fino al 50% delle tasse per l’occupazione del suolo pubblico, la detrazione del 65% delle spese, la detrazione del 50% dell’Iperf).

Questo DDL prova che la rigenerazione urbana è per il governo un tema sempre più imprescindibile.

Leggi regionali: il caso lombardo

Le urbaniste del Team Alice Bancale e Clara Civallero ci parlano della rigenerazione urbana in Lombardia, regione all’avanguardia in Italia dal punto di vista normativo.

Con il piano del governo del territorio introdotto con la legge 12 del 2005, la regione Lombardia intende monitorare lo sviluppo urbanistico territoriale.

Il piano si divide in tre sezioni:

  • Il Documento di Piano, che contiene gli elementi conoscitivi del territorio e le linee di sviluppo strategiche delineate dall’amministrazione e dai progettisti coinvolti.
  • Il Piano delle Regole, nel quale sono contenuti gli aspetti che regolano le azioni di costruzione e\o rigenerazione sulla città.
  • Il Piano dei Servizi, che riguarda gli aspetti quantitativi e qualitativi delle attrezzature di interesse pubblico o generale che vengono previste per i futuri insediamenti, dunque per rispondere al fabbisogno della popolazione.

Nel piano vengono chiariti e classificati gli ambiti di trasformazione urbana del territorio comunale. In fase di progettazione degli ATU (Ambiti di trasformazione urbana) e ATP (Ambiti di trasformazione periurbani) vanno seguiti gli obiettivi di sviluppo del Documento di Piano al fine di perseguire i fini di corretta gestione dell’edilizia e delle aree da rigenerare.

Con la legge regionale del 26 novembre del 2019 vengono introdotte delle modifiche per facilitare e rendere più convenienti gli interventi di rigenerazione urbana e territoriale e di recupero del patrimonio edilizio esistente, completando la strategia regionale per la riduzione del consumo di suolo.

Sono previste inoltre diverse misure di incentivazione:

  • l’abbattimento del 60% degli oneri di urbanizzazione per gli interventi di ristrutturazione edilizia nonché di demolizione e ricostruzione, anche con diversa sagoma, e/o di ampliamento mediante l’utilizzo di premialità dei diritti edificatori;
  • l’incremento fino al 20% dell’Indice di edificabilità massimo previsto dal PGT (Piano di Governo del Territorio) e ulteriori riduzioni degli oneri di urbanizzazione e del contributo sul costo di costruzione per edifici che raggiungono particolari requisiti di qualità;
  • una maggiorazione tra il 20% e il 50% del contributo sul costo di costruzione per interventi che consumano suolo agricolo

Non tirare a indovinare

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I finanziamenti europei per la rigenerazione urbana

L’urbanista Tancredi de Francesco ci spiega come funzionano i finanziamenti per la rigenerazione urbana da parte dell’unione europea.

La questione urbana è stata a lungo trascurata dall’Unione Europea. Questo perché gli obiettivi originari si riducevano tendenzialmente nei seguenti:

  • la creazione di un mercato unico
  • la tutela della concorrenza
  • la salvaguardia del mondo rurale e la creazione di una politica agricola comune

Per molto tempo tali scopi hanno posto in ombra le politiche urbane, dunque, la città. L’intervento delle istituzioni europee in direzione della questione urbana è sempre stato indiretto.

Sono stati formulate linee guida e indirizzi ma, per i vincoli legati ai trattati, nessuna azione e politica specificatamente rivolta alla città.

Negli anni 90 avviene una svolta grazie anche a Jacques Delors, al tempo presidente della commissione europea. Le istituzioni europee iniziarono a intervenire direttamente attraverso programmi specifici per la rigenerazione urbana.

I primi tra questi sono stati i programmi Urban (Urban I, 1994-1999; Urban II, 2000-2006), volti alla rigenerazione urbana dei quartieri in crisi. I fondi europei utilizzati per la realizzazione degli interventi di rigenerazione urbana di tali programmi sono il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il Fondo sociale europeo (FSE), integrati con fondi nazionali e locali.

I programmi Urban, terminati nel 2007 hanno aperto la strada alla Carta di Lipsia del 2007.

Infine, più recentemente, un gran numero di finanziamenti per l’ambito urbanistico sono stati inseriti nelle politiche di coesione 2014-2020 e 2021-2027, all’interno dei quali l’attenzione per le città è aumentato, così come sono aumentati i fondi destinati a questo nuovo sviluppo.

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